Psicosomatica

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La Psicosomatica è quella branca della medicina e della psicologia, che pone in relazione il mondo emozionale e affettivo con l’espressione somatica di un sintomo o con l’instaurarsi di un’affezione in un organo o apparato. Il presupposto teorico è la considerazione dell’essere umano come unità psicofisica secondo una visione olistica, in cui mente e corpo sono inestricabilmente interrelati in un rapporto di reciprocità causale. I disturbi psicosomatici sono comunemente osservati nella pratica clinica quotidiana. Si stima che il 40-60% di pazienti ambulatoriali presenti un disturbo ascrivibile alla comune definizione di psicosomatica. Questi pazienti possono essere distinti in tre gruppi:

  • pazienti che presentano sintomi che non possono essere spiegati da una definita alterazione organica
  • pazienti che, pur presentando alterazioni organiche, lamentano disturbi, che sono in parte causati da fattori emotivi
  • pazienti che soffrono di disturbi che sono considerati di dominio somatico ma con interessamento del sistema neurovegetativo.

In vari modi il fattore psicosomatico interessa la genesi, l’espressione sintomatica e gli effetti della cura nel decorso di una malattia, oltre a fattori biologici e sociali. Il concetto di psicosomatica non è di univoca interpretazione. La psicoanalisi ha indagato la conversione di un conflitto psichico in un sintomo somatico e l’equivalente somatico di una condizione emotiva, così come l’importanza delle relazioni primarie del bambino per il suo sviluppo psico-fisico, l’azione dei traumi sul benessere psicologico, l’identità funzionale corpo mente. Il settore biomedico si è occupato di ricerche sulla bio-psicologia dello stress, dei sistemi neuro endocrini, del sistema immunitario e del sistema nervoso vegetativo, come effettore di disturbi psicosomatici. Altri importanti contributi per la comprensione dello stato di salute/malattia provengono dalle ricerche sui modelli bio-psico-sociali. La psicologia ha fornito ulteriori contributi alla comprensione del problema nelle aree sistemico-relazionali, comportamentali, psicofisiologiche, ad approccio corporeo-analitico. Oggi si tende ad un concetto olistico di salute/malattia utilizzando un approccio sistemico, che considera la multi-fattorialità co-causale di ordine psicologico, biologico, relazionale o sociale fondamentale per la comprensione dell’eziopatogenesi dei disturbi psicosomatici. Fondamentale è la possibilità di effettuare prevenzione sviluppando una qualità di vita che, coerentemente a questi modelli, favorisca processi volti a mantenere o a raggiungere uno stato di benessere psico-fisico. Significativi avanzamenti in tale direzione provengono dalle neuroscienze e dal paradigma PNEI (psico-neuro-endocrino-immunologico), che permettono migliori modelli di comprensione della natura della coscienza, delle emozioni e dei processi che sottostanno ai disturbi psicosomatici. Il nuovo paradigma psicosomatico PNEI è caratterizzato dalla comprensione scientifica della coscienza di sé e del suo ruolo fondamentale nell’organizzazione biologica e cognitiva dei sistemi viventi, riflettendosi sia sui disturbi emotivi, psicologici e fisiologici, che sulla crescita personale. Le ricerche delle neuroscienze e della PNEI studiano l’essere umano come “sistema unitario” multidimensionale, un “Sé Psicosomatico” che si autogoverna tramite un network neurocognitivo di estrema intelligenza e organizzazione, in quanto ha coscienza di tutte le informazioni afferenti il proprio sistema. Il Sé psicosomatico o coscienza globale di Sé è l’esperienza di unità e integrità psicosomatica, in cui la persona si percepisce come totalità di corpo, emozioni, mente. La coscienza è la capacità di un sistema di comprendere il “senso” o “significato” di una informazione ossia di percepire e conoscere. La consapevolezza di Sé è la capacità di un sistema di “avere coscienza di essere cosciente” ovvero è la diretta percezione interiore, unitaria, non mentale della totalità del proprio essere ossia dell’intero campo di informazione attiva. Vi è una sostanziale differenza fra il senso sociale ordinario dell’ “io” e del “Sé”: l’”io” è essenzialmente un processo di pensiero, un “io” della mente, centrato sull’identificazione positiva o negativa con il proprio corpo, con le proprie emozioni, con le proprie attività o le proprie opinioni, è costantemente in relazione con eventi esterni e risponde alla domanda “ che cosa sei”, mentre il Sé è l’esperienza diretta di “chi sei”, è uno stato di consapevolezza interiore senza pensiero, oltre il pensiero, che avviene solo nel tempo presente e non necessita di alcun costrutto, pensiero, giudizio mentale o relazione con l’esterno. Attraverso gruppi di crescita personale con l’utilizzo di tecniche olistiche di consapevolezza psico-fisica, quali la mindfulness psicosomatica e il lavoro sui livelli corporei, è possibile raggiungere una maggiore integrazione dei processi psicofisiologici, raggiungendo una condizione di benessere. Molto importante è l’aspetto socializzante del lavoro in gruppo, che valorizza e velocizza il processo di crescita individuale.

 

 

Bibliografia:

Nitamo Federico Montecucco, (2016), Psicosomatica PNEI

Piero Paradisi, (2014), Elementi di Psicosomatica.

 

Questo articolo è stato scritto dalla Dott.ssa Barbara Celiani Psicologa esperta in Psicosomatica.

Per una consulenza gratuita 3461219336.

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